Pertinenze o abusi edilizi? Come riconoscerli
Consiglio di Stato: per individuare il titolo abilitativo necessario, occorre valutare l'utilizzo e le dimensioni dell'immobile
21/11/2017 -
Per capire se un'opera edilizia, realizzata durante un lavoro di
ristrutturazione, è classificabile come pertinenza bisogna valutare l'utilizzo
cui è destinata e le sue dimensioni. Se è una pertinenza sarà sufficiente la
Scia. In caso contrario, per non commettere abusi sarà necessario il permesso
di costruire.La spiegazione è arrivata dal Consiglio di Stato con la sentenza 5180/2017.
Pertinenze, come riconoscerle
Dal punto di
vista civilistico, in base all'articolo 817 del Codice Civile, una pertinenza è
destinata in modo durevole "a servizio o ad ornamento di un'altra cosa". Questo
significa che non deve trattarsi di un manufatto autonomo.Ai fini edilizi, hanno spiegato i giudici, per essere considerato "pertinenza",
il manufatto non deve avere un autonomo valore di mercato e non deve incidere
sul carico urbanistico attraverso la creazione di un nuovo volume.
Pertinenze e titoli abilitativi
Il CdS ha
sottolineato che, in base all'articolo 3 del Testo unico dell'edilizia (Dpr 380/2001), è richiesto il permesso di
costruire "soltanto per gli interventi pertinenziali che comportino la
realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell'edificio
principale".In questi casi, in mancanza del permesso di costruire si è quindi di fronte ad
una costruzione abusiva.Gli interventi pertinenziali minori possono invece essere realizzati con
Segnalazione certificata di inizio attività (Scia).
Il caso
I giudici
hanno preso in considerazione il caso del proprietario di un immobile che,
durante dei lavori, aveva ampliato di 22 metri quadri il piano superiore e
creato un locale deposito di 14 metri quadri al piano inferiore. Il Tar aveva
ordinato la demolizione di quanto realizzato considerandolo come costruzione
abusiva.
A detta del Tar, gli interventi creavano opere edilizie del tutto nuove andando
a trasformare l'originario stato dei luoghi. Sarebbe stato quindi necessario il
rilascio del permesso di costruire e, trovandosi in area vincolata, anche
dell'autorizzazione paesistica. Oltre a questo, non era dimostrabile la
presenza di un vincolo oggettivo con l'immobile principale.Sulla base di questi motivi il Consiglio di Stato ha confermato la decisione
del Tar ordinando la demolizione dei manufatti, non classificabili come
pertinenze.
di Paola Mammarella (fonte Edil portale)